Curiosità, dietro le quinte, tutto quello che avreste voluto chiedere sulle mongolfiere e non avete mai osato: intervistiamo i coniugi Jos e Karin Seghers, veterani dell’Italian International Baloon Grand Prix che si sta svolgendo nei cieli di Todi.
Lo spettacolo dei cieli colorati dalle mongolfiere torna a Todi con l’Italian International Baloon Grand Prix 2022 giunto quest’anno alla sua 34° edizione che vede la partecipazione di circa 90 equipaggi per una emozione che si rinnova ogni giorno dal 29 Luglio al 7 agosto.
Ma vediamo un po’ più da vicino quali sono le peculiarità di questo mezzo di trasporto che da sempre riempie la fantasia di grandi e piccoli che, senza differenza di età, restano incantati nell’osservare i colorati palloni librarsi in volo abbandonati all’abbraccio del vento.
Intervistiamo Jos e Karin Seghers, equipaggio belga ormai vecchia conoscenza del Grand Prix per capire un po’ di più cosa c’è dietro questo spettacolo che ci fa alzare presto e ci tiene con il naso all’insù.
Innanzitutto, signori Seghers, visitando il vostro sito vedo che possedete alcune mongolfiere e siete coinvolti in eventi mongolfieristici in molte parti d’Europa e del mondo: la vostra è una professione o un hobby?
Il nostro è un hobby, in effetti oltre che in Italia, partecipiamo con le nostre mongolfiere a una serie di eventi che si tengono in molti Paesi europei oltre che all’Albuquerque Balloon Fiesta. In Belgio volare in mongolfiera non può essere più di un hobby perché, a causa del tempo nebbioso e piovoso, solo tre mesi all’anno si verificano le condizioni climatiche ideali per volare.
Come è iniziata la passione per la mongolfiera?
E’ iniziato tutto una trentina di anni fa, prima guidavo piccoli velivoli ultraleggeri – racconta Jos – e mia moglie, un anno,
per il mio compleanno, mi regalò un volo in mongolfiera: da lì è nata una passione immensa; volare con l’aereo è molto meno eccitante e, con il passare del tempo, diventa una cosa di routine come guidare un’automobile, mentre con la mongolfiera ogni viaggio è un’esperienza a sé.
Come si svolge un volo? E da quante persone minimo deve essere composto un equipaggio?
L’equipaggio deve essere di minimo 4 persone, tra chi vola in mongolfiera e chi resta a terra. Prima di tutto, per gonfiare la mongolfiera di aria calda, c’è bisogno di persone che permettano l’ingresso dell’aria senza rischiare di bruciare il telo che compone il pallone, poi, una volta in volo, la direzione e la velocità la decide il vento: l’esperienza del pilota (che può solo decidere se salire o scendere) indicherà qual è la giusta quota per il raggiungimento del proprio obbiettivo, che sia competitivo o meno. La cosa più
complessa è l’atterraggio, perché molti sono gli ostacoli che lo possono ostacolare: dai cavi dell’alta tensione agli alberi, dalle case agli animali, fino ai campi coltivati che sono da evitare per non danneggiare i raccolti. L’equipaggio di terra, in costante contatto radio, provvederà al recupero dei passeggeri e dell’aeromobile.
Una volta atterrati, noi abbiamo una tradizione molto speciale nata nel 1985, quando un nobile belga ha voluto regalare un volo in mongolfiera con noi alla sua amata, una volta atterrati le ha fatto trovare dello champagne ed una colazione, sorprendendola poi con il conferimento del titolo di baronessa: da quel momento in poi, come conclusione festosa di un’esperienza indimenticabile, tutti i nostri voli si concludono con un brindisi con dello champagne, la colazione, la consegna di un certificato e il conferimento del titolo di “barone”!
Per concludere, sono di parte, ma qual è il cielo dove preferite volare?
Senza dubbio quello di Todi! Ma non lo diciamo per piaggeria, questo è il posto più rilassante dove godersi un volo in mongolfiera: il tempo è stabile, non ci sono eventi climatici estremi, i campi di grano in questo momento dell’anno sono stati mietuti quindi non abbiamo grandi problemi per gli atterraggi. Per noi è un piacere tornare tutti gli anni: tornare a Todi è un po’ come tornare a casa.
Benedetta Tintillini